giovedì 3 marzo 2011

reati sessuali

Vaticano, stretta sui reati sessuali
La tollerenza zero di Joseph Ratzinger è diventata codice
Adesso la tollerenza zero di Joseph Ratzinger è diventata codice. Il Vaticano ha pubblicato le nuove norme che indicano con chiarezza e assoluta trasparenza il reati di abuso sessuale e spiegano come i giudici ecclesiatici e i tribunali della Chiesa si devono comportare.

E’ una novità importante perché le norme sono state volute direttamente dal Papa che ha messo a studiare l’intera questione la squadra di monsignor Charles Scicluna, il Promotore di Giustizia della Congregazine della dottrina della fede, una sorta di pubblico ministero del Vaticano, il massimo esperto dello scandalo degli abusi sessuali, l’uomo sul cui tavolo da anni passa ogni dossier, il braccio destro di Ratzinger sulla strada della tolleranza zero, il magistrato ecclesiatico a capo di un pool formato da otto persone, la punta di diamante dell’azione della Chiesa contro la pedofilia nel clero.

Dunque ora quelle che prima erano indicazioni e prassi, sparse qui e là, in diversi documenti, adesso diventano norme. Se prima spesso erano azioni autorizzate attraverso la “facoltà” del Papa, ora sono disposizioni canoniche. Ciò significa che se le “facoltà” scadevano automaticamente alla morte di un Papa, le norme resitono alla fine del Pontificato e possono essere cambiate solo da un altro Papa.

Cosa prevedono? Intanto un giro di vite. La prescrizione del reato di pedofilia passa per la Chiesa da dieci a 20 anni. Poi viene introdotto un altro reato, tra i cosiddetti “delicta graviora”, cioè quelli più gravi, la cui competenza è del Supremo tribunale della Congregazione della dottrina della fede. Prima non era considerato. Si tratta della detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico da parte di membri del clero. Così come viene equiparato l’abuso sessuale sugli handicappati mentali a quello sui minori.

L’altra novità riguarda la possibilità che dei tribunali che giudicano sugli abusi possono fare parte anche laici e non solo preti laureati in diritto canonico. Questo è un altro segnale della trasparenza di Papa Benedetto, perché ciò significa che la Chiesa ha deciso, in pratica, che i panni sporchi non si devono lavare più in famiglia.

Le norme non contengono nulla riguardo all’obbligatorietà della denuncia. Ma monsignor Sciclula, presentandole ai giornalisti, ha detto che essa deve essere fatta nei Paesi dove le leggi lo prevedono e negli altri bisogna sentire le vittime. Neppure il segreto pontificio che è stato previsto per tutti i processi di questo genere, ha aggiunto, deve impedire che le autorità civili vengano informate.

Gli altri reati. Il testo, che prevede anche i delitti contro la fede (eresia, scisma, apostasia), quelli contro l’eucarestia (uso sacrilego dell’ostia) quelli contro la confessione (registrazione e divulgazione) e l’ordinazione delle donne (delitto contro il sacamento dell’ordine), olltre che la pedofilia, spiega anche che la Congregazione della dottrina delle fede “su un mandato del Papa", "può giudicare in queste materie anche i cardinali, i nunzi apostolici e i vescovi".
Alberto Bobbio

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